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Aglio: Uno spicchio di Aglio, schiacciato e posto in infuso per 10 minuti in una tazza di latte caldo, è una ricetta facile e alla portata di tutti contro l’insonnia; si beve prima di coricarsi. L’infuso invece nel vino o – per un’azione più blanda – nel latte caldo, si adopera quale vermifugo. Allo stesso scopo, per un effetto più sicuro, si ricorre al decotto: 3-4 spicchi bolliti in una tazza di latte o di brodo. Si addolcisce con zucchero e si somministra nella dose di 2-3 cucchiai al giorno, soprattutto se trattasi di bambini.
CRAMPI Brusca e dolorosa contrazione di un muscolo o di un gruppo muscolare che si risolve sia spontaneamente sia con lo stiramento dei muscoli stessi o con massaggio. Qualsiasi movimento prolungato o di tensione può provocare i crampi, anche se frequenti sono quelli a riposo, specialmente notturni, dopo intensa e faticosa attività muscolare o per carenza di potassio. Come ovviare? I nostri “Frati cercatori” adottavano questi rimedi. Miele: per evitare il ripetersi dei crampi, soprattutto alle gambe e ai piedi, si consumi per qualche settimana un cucchiaino da tè di miele durante i tre pasti principali. Senape: utilizzando questo condimento, soprattutto d’estate, il corpo ne sfrutta l’acido acetico per l’acetilcolina, la quale agisce come tonico per i muscoli delle gambe. Stesso discorso per l’aceto di mele: aggiungendo un cucchiaino di miele e due di aceto a un bicchiere di acqua calda, si facilita la cura e la prevenzione dei crampi alle gambe. Si può prevenire l’insorgere di crampi anche con il tè di rooibos (Aspalathus linearis) detto anche “tè rosso africano” o “red bush”: prima di coricarsi o in previsione di una nuova e pesante attività fisica è bene assumere una tazza di questo infuso. Le vitamine e i minerali presenti nella bevanda saranno di aiuto.
LA MELA: Nell’alimentazione, è un frutto preziosissimo. Secondo la tradizione popolare "ne basta una al giorno per levare il medico di torno". La mela abbassa il tasso di colesterolo nel sangue, contiene numerose vitamine, ha effetti germicidi, quindi protegge dall’assalto dei virus, che per loro, come fu per la povera Biancaneve con la mela stregata, costituisce un vero e proprio veleno. È controindicata solo per chi soffre d’allergia specifica, avendo la mela, purtroppo, sia nei semi che nella polpa, numerosi agenti allergeni. Altra raccomandazione, per via dei pesticidi che oggi vengono usati in quantità rilevanti, non mangiare mai i pomi prima di averli lavati con cura, asciugati, tenuti da una parte per almeno una settimana e possibilmente sbucciati.
ASPIRINA (frate indovino) I farmaci antinfiammatori come l’umile aspirina si stanno rivelando efficaci nel combattere le più comuni malattie mentali, la cui origine si riconduce a processi infiammatori nel sangue e nel cervello. Sperimentazioni cliniche guidate dal docente di Psichiatria dell’Università di Melbourne, Brian Dean, dimostrano che i farmaci e le sostanze antinfiammatorie, fra cui l’aspirina, alleviano significativamente i sintomi di depressione, disturbo bipolare e schizofrenia, se aggiunti ai trattamenti esistenti. I risultati offrono nuove spiegazioni su come si sviluppano molti disturbi mentali: per via di lesioni nei tessuti cerebrali, associate a livelli anormali di proteine legate a infiammazione, oltre a cellule individuate nel sangue e nel cervello di pazienti. È, ormai, evidente che vi sia «uno stato infiammatorio acuto» nei disturbi mentali e «la buona notizia è che non è necessario sviluppare nuove medicine: possiamo destinare medicine esistenti a nuovi obiettivi», ha detto lo studioso. «Chi avrebbe mai pensato che uno dei più promettenti nuovi farmaci in psichiatria sarebbe stata l’aspirina?», ha osservato. Analizzare i cambiamenti in proteine legate a infiammazione aiuterà a definire le fasi di progresso dei disturbi mentali, ha detto Dean. E potrà permettere di scoprire «sottotipi» o «forme infiammatorie» di malattie, aprendo la strada a trattamenti psichiatrici, usando analisi del sangue. Secondo lo studioso, i processi infiammatori coincidono con le prime fasi di una malattia mentale o le precedono. Molti altri fattori, tuttavia, causano vulnerabilità alle infiammazioni, come trauma e stress, variazioni genetiche, gli effetti sul feto di infezioni materne e uno stile di vita poco sano.
IL CHININO Un farmaco contro la malaria (G.Muscardini) La scoperta della sostanza con cui curare le febbri malariche si lega alla storia del Perù . Nel Seicento, il Vicerè Luis Jeronimo de Cabrera decise di ricorrere alla medicina delle tribù locali per guarire la moglie Ana de Osono Cinchon, affetta da febbri perniciose . Gli indigeni amerindi estraevano una sostanza terapeutica dalla corteccia di una pianta, riducendola in polvere e somministrandola ai malati. Quando il celebre Linneo trattò l'albero della china, lo catalogò con il nome di Cinchona, onorando così il nome della moglie del Viceré del Perù che, stando alla leggenda, ne ricevette i benefici. Un'altra versione è quella secondo cui, nella località peruviana di Loxa, il terremoto aveva divelto un gran numero di piante conosciute con il nome di chinanepide, convogliate dalle scosse del sisma in un lago sottostante. Le acque del lago, intrise dell'essenza rilasciata dalla corteccia, diventarono salutari per chi le beveva, specie dopo l'insorgenza di febbri quartane. A diffondere a prodotto in Europa furono i Gesuiti, che nella prima metà del Seicento ne fecero conoscere le proprietà in Spagna e in Italia, tanto che il chinino assunse la denominazione di pulvis gesuiticus. Il ritrovato fu utilizzato nel Sei e Settecento, ma il costo elevato dei procedimenti chimici per ottenerlo lo rendeva fruibile solo a chi aveva possibilità economiche. Nel frattempo la malaria in Italia mieteva molte vittime nei primi del Novecento si contavano quindici mila decessi ogni anno. Lo Stato italiano prese allora la saggia decisione di deliberare la vendita del chinino a costi non proibitivi, disponendo l'obbligo di assumerlo a quanti risiedevano o lavoravano nelle zone malariche del Paese. Da quel momento, il cosiddetto chinino di Stato, prodotto nei laboratori torinesi, entrò a pieno titolo fra i generi che potevano acquistare nelle comuni rivendite dei Sali e Tabacchi, oltre che nelle farmacie.
-I ricercatori dell’Università di Friburgo (Svizzera) sarebbero stati in grado di identificare un gene che inibisce la crescita dei TUMORI DEL COLON. Secondo i loro studi, tale gene agisce come soppressore del tumore “forzando” le cellule maligne di questo tipo di cancro. La mancata crescita delle cellule tumorali è indotta da farmaci anti-infiammatori, non steroidei, come l’aspirina. Studi epidemiologici hanno mostrato che l’uso regolare per diversi anni di farmaci anti-infiammatori ha ridotto significativamente il rischio di sviluppare tumori. Però il loro uso come misura preventiva non può essere ancora intrapreso. Compito della ricerca sarà di scoprire soluzioni alternative per ottenere gli stessi effetti protettivi dei farmaci anti-infiammatori, ma senza gravi danni collaterali per l’organismo.
-DOLORI OSSEI E ARTICOLARI si risvegliano con i cambiamenti di tempo? Sembra proprio di sì. Quando un problema osseo o articolare si è risolto bene, non dà più fastidi. Quando, invece, non si è risolto bene, come fratture mal composte, articolazioni non ben riabilitate, problemi legati ad artrosi e così via, permangono delle alterazioni che con i cambiamenti di pressione atmosferica si dilatano e si comprimono, provocando infiammazioni con conseguente edema (liquidi in eccesso). Da qui il dolore che dà la possibilità di prevedere i cambiamenti di tempo, pur con il disagio che arreca.
-RUGHE E VITAMINA C. Non è vero che la vitamina C fa scomparire le rughe; è vero però che questa sostanza è un energico antiossidante che può avere un ruolo anche nel ritardare l’invecchiamento della pelle. Da tener presente poi che le vitamine sono sostanze che si assumono per via orale, e non per assorbimento attraverso la cute sotto forma di pomate. Per tornare al problema delle rughe, c’è ben poco da fare. Anche i prodotti più costosi danno risultati pressoché impercettibili.
ALITOSI: I nonni consigliavano di tenere in bocca un chiodo di garofano, masticare menta, succhiare liquirizia.
La febbre ci aiuta - Le difese del nostro corpo di Sergio Filipponi Le più recenti scoperte della medicina occidentale vedono l’aumento della temperatura corporea, causata da infezioni, non come un fenomeno da arginare e ridurre forzatamente con antipiretici bensì come una naturale reazione antibiotica ed antivirale del nostro corpo. Numerosi articoli apparsi su riviste mediche e giornali di settore di rilevanza internazionale, quali il British Medical Journal, il Journal of American Medical Association e Science, sconsigliano l’uso di medicine che abbassino repentinamente la temperatura corporea poiché numerose sperimentazioni hanno evidenziato come sia importante la febbre nel controllare, arginare e debellare la moltiplicazione batterica. Tutto era cominciato negli anni ’70 presso l’università del Michigan (USA) quando alcuni ricercatori, che avevano attuato in laboratorio esperimenti su rettili infettati, acclararono che, se lasciati in preda alla febbre essi sopravvivevano, se tenuti in ambienti freddi o trattati con antipiretici morivano: il Journal of American Medical Association è giunto ad affermare che l’aspirina riduce sì la febbre e l’infiammazione ma favorisce anche la moltiplicazione dei virus. La ricerca scientifica avrebbe quindi accertato che la febbre, salvo rari casi post-operatori o post-traumatici in cui essa è maligna, sconfigge le infezioni nel modo che semplicemente e schematicamente spiegheremo. Quando i batteri, i virus ed i funghi aggrediscono il nostro organismo, le cellule che stanno per morire, e qualche volta anche le tossine, lanciano un sos chimico all’ipotalamo che, come un termostato, reagisce producendo proteine particolari, le prostaglandine; queste ultime ordinano a tiroide ed ipofisi di produrre calore attraverso i loro ormoni: conseguentemente i vasi sanguigni periferici si restringono per trattenere il calore, il cuore accelera i battiti, la respirazione aumenta i suoi ritmi e …la febbre sale. La febbre, man mano che cresce, nella maggior parte dei casi, attraverso il calore non solo impedisce la riproduzione di batteri e virus, ma addirittura aiuta i linfociti, pilastri del sistema immunitario, ad uccidere i microorganismi e fa aumentare la produzione dell’ interferone, che è un antivirale naturale; le ricerche evidenziano che batteri e virus si moltiplicano fino a 37° mentre a temperature superiori hanno grandi difficoltà a riprodursi ed a sopravvivere: in Inghilterra è stato dimostrato che, sopportando per 4 ore una febbre a 40°, si riduce la moltiplicazione del batterio che provoca la meningite; altri studi, americani e tedeschi, hanno osservato che alcune volte forti febbri hanno contrastato o addirittura guarito tumori perché le cellule tumorali sono più sensibili al calore corporeo di quelle sane. La febbre raramente resta alta per molte ore di seguito: è in genere più bassa al mattino e più alta alla sera: si tollera attraverso il sonno e bevendo molto per depurare l’organismo attraverso l’espulsione di urina; nelle diverse fasi della battaglia il cortisolo, ormone prodotto dalla corticale surrenale, antiinfiammatorio e antiallergico, interviene automaticamente per diminuire l’attività delle prostaglandine e quando la guerra è finita le blocca definitivamente e la febbre scompare. Per tutti questi motivi da qualche anno si comincia a sconsigliare l’uso di medicine che abbassano la febbre e danno al paziente un temporaneo ristoro ma non ne favoriscono la guarigione; è fuor di dubbio però che gli antibiotici vanno somministrati con immediatezza nel caso di malattie gravi e letali. Sulla base di quanto accertato dalla ricerca medica si può quindi concludere che la febbre è una meravigliosa espressione difensiva del nostro corpo, che nella maggioranza dei casi è fastidiosa ma non pericolosa e conviene lasciarla salire: di solito è ben tollerata dal nostro organismo fino a 39°. Alla luce delle più recenti sperimentazioni l’uso degli antipiretici andrebbe limitato e la somministrazione di aspirina (vietata fino ai 16 anni), di ibuprofen e di paracetamolo, che possono provocare a minori ed adulti danni al sistema immunitario, all’apparato gastroenterico, al fegato e causare altri negativi effetti collaterali, deve essere attuata sempre sotto stretto controllo medico.
FUMO : Il fumo dà alito cattivo (oltre a macchie ai denti, irritazione dei tessuti, riduzione della capacità di gustare i cibi ed aumento del rischio di malattie parodontali), in quanto provoca una diminuzione della fluidità salivare. Inoltre i residui del fumo di tabacco, aderendo ai denti ed alle mucose della bocca, favoriscono la crescita dei batteri responsabili dell'alitosi.
ACQUE MINERALI E TERMALI : Secondo il Regio Decreto n.192 del 28 novembre 1919 sono considerate acque minerali quelle che vengono usate per le loro proprietà teraupetiche o igieniche speciali. Il contenuto minerale delle acque minerali, sia esso alto o basso ha un origine essenzialmente idrogeologica; durante il percorso sotterraneo, le acque si arricchiscono delle componenti minerali proprie delle strutture geologiche che attraversano. Le acque minerali possono avere varie classificazioni a secondo dei parametri che si considerano: quelli più comuni sono chimico-fisico. La classificazione chimica delle acque si basa tradizionalmente sulla concentrazione e sulla natura dei composti minerali prevalenti. In base alla concentrazione si distinguono: Acque oligominerali Residuo non superiore a 200 mg/l Acque medio minerali con residuo superiore a 200mg/l ed inferiore a 1gr/l Le acque minerali con residuo superiore a 1 g/l sono: - Sulfuree (H2S/HS) - Solfate (SO4) - Carboniche bicarbonate (CO2/HCO3) - Clorurate o salse (Cl) - Bromiche (Br) - Iodiche (I) queste si trovano associate spesso in acque salso-bromo-iodiche). Per le caratteristiche fisiche si considera sempre la temperatura alla sorgente. Esse sono: Fredde < 20° C; Ipotermali : 20° - 30° C; Omotermali: 30°-40° C; Ipertermali : >40° C. L’organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)sostiene da tempo la non corrispondenza dello stato di salute con la semplice assenza di malattia, e lo considera uno stato di benessere generale fisico, psico e sociale.I Romani trasformarono le terme da luogo di cura a strumento di benessere.1500 anni dopo, alla fine dell’800 e i primi 900 si è riscoperto progressivamente l’ambiente termale tornando all’antico luogo romano di salute e bellezza, cioè benessere. Il termalismo, oggi, deve essere considerato, non solo in termini di efficacia teraupetica in diverse patologie, ma come qualcosa che deve favorire il mantenimento dello stato di salute e di benessere, intesi come mantenimento della salute, con insieme di pratiche di benessere e cosmesi che includono, spesso, anche percorsi di corretta alimentazione ed attività motoria.
PATOLOGIE GINECOLOGICHE Mantenere efficiente il complesso sistema dell’ambiente vaginale è un presupposto fondamentale nella prevenzione delle infiammazioni e delle infezioni. Numerosi farmaci sono disponibili per il trattamento topico di patologie vaginali, soprattutto di tipo infettivo o micotico. Con l’aiuto di un tampone vaginale si può fare una diagnosi precisa circa l’agente patogeno e quindi utilizzare un trattamento mirato. In ambiente termale le vaginiti croniche aspecifiche e distrofiche con leucorrea persistente, sclerosi dolorosa del connetti-vo pelvico, secondaria a processi cicatriziali o involutive sono alcune malattie che ottengono ottimi risultati nelle cure termali.Esso include anche affezioni infiammatorie croniche degli annessi, uterine, cervicali e vaginali.Generalmente vengono prescritte irrigazioni e bagno con acque salso-bromo-iodiche o sulfuree ed aerosol vaginali. L’uso delle acque sulfuree nelle vaginite subacute e croniche, e sulle infiammazioni del collo uterino hanno riscontrato un azione antinfiammatoria, antisettica e fluidificante, nonché un proprietà antipruriginose, un effetto decongestionante che calma la sensazione di bruciore ed un miglioramento dell’immunità locale.
PATOLOGIE REUMATICHE Le patologie artroreumatiche sono al primo posto tra quelle cronico-degenerative che colpiscono una parte notevole della popolazione. La maggior parte delle patologie reumatiche ha un andamento cronico bisogna pertanto ridurne i fattori di rischio e dominarne la progressione. Ne consegue un percorso di prevenzione, cura e riabilitazione in cui la terapia termale ha un importante ruolo. Le patologie di ambito reumatologico per le quali vi è l’indicazione alla cura termale sono : “ ARTROSI PRIMARIE E SECONDARIE, SPONDILITE ANCHILOSANTE, OSTEOARTRITE, FIBROMIALGIA, FIBROSITI CRONICHE PERIARTICOLARI, REUMATISMI EXTRARTICOLARI. I principali mezzi termali utilizzati nelle artropatie reumatiche sono : FANGHI – DOCCE – BAGNI – GROTTE NATURALI. Le controindicazioni alle cure termali sono rappresentate dalla presenza di infiammazione acuta articolare, con tendenza evolutiva, presenza di lesioni articolari e periarticolari irreversibili o da condizioni generali compromesse.
PATOLOGIE OTORINOLARINGOIATRA E RESPIRATORIE. L’orecchio come la gola e la faringe possono considerarsi come una unità funzionale. e le principale patologie di questo ambito, indicano un beneficio rilevante delle cure termali.Esse sono :Infiammazione croniche delle vie aeree superiori; Rinosinusit cronica; Rinite allergica; Rinopatia vasomotoria aspecifica; Rinopatia atrofica, Rinosalpingite cronica, otite media secretiva, otite catarrale cronica, otiti croniche non colesteomatose, disfunzioni tubariche. Le acque principali che si usano in questi casi sono soprattutto quelle sulfuree, per il loro effetto antibatterico e fluidificante del muco. Per queste patologie sono specifici : - I lavaggi endonasali, - L’aerosol : ove si creano piccole particelle di acqua minerale in grado di raggiungere le più fini diramazioni dell’albero respiratorio; - Il Politzer : si fa giungere acqua termale nebulizzata nellal tuba e nell’orecchio medio del paziente sfruttando i normali meccanismi di ventilazione tubarica; - Le insufflazioni endotimpaniche : si introduce direttamente nella tuba uditiva mediante un catetere acqua termale nebulizzata. Recenti ricerche hanno evidenziato gli effetti benefici della terapia inalatoria sui danni da inquinamento e da fumo di sigarette, frequenti cause delle infiammazioni delle vie respiratorie, dell’asma bronchiale e delle iperreattività bronchiale.La terapia inalatoria con appropriate acque termali allevia i sintomi, aumenta la pervietà delle vie aeree, ma soprattutto contribuisce a prevenire l’ulteriore deterioramento clinico-funzionale che deriva dal progredire delle alterazioni strutturali a carico delle vie respiratorie che tendono a divenire irreversibili.
PATOLOGIE VASCOLARI - IDROMASSAGGI La balneoterapia è efficace nelle cure delle varici primarie e secondarie e nelle patologie correlate, oltre che in quelle forme patologiche trofiche e/o degenerative sostenute da un difetto della circolazione distrettuale di tipo venoso o linfatico. Naturalmente la valutazione e l’eventuale indicazione al trattamento termale sono strettamente legati alla prescrizione medica specialistica, incluso il monitoraggio degli andamenti pressori. La più importante indicazione del termalismo teraupetico nel settore vascolare riguarda le patologie da insufficienza venosa cronica, che costituisce un impor-tante problema medico-sociale, essendo estremamente comune. In generale, le metodiche di applicazione dei presidi curativi termali nella patologia vasolare sono l’idromassaggio, il percorso vascolare e la ginnastica vascolare idrica. Le acque utilizzate per la cura della patologie vascolari sono: - le acque carboniche, sulfuree, salso-bromo-iodiche, solfato-calciche, solfato-bicarbonate. Esse eseguono un’azione elettiva sull’apparato cardiovascolare.
PATOLOGIE DERMATOLOGICHE : DERMATITE e PSORIASI La cute è composta da epidermide e derma.Le fibre collagene del derma danno resistenza e tono alla cute che può essere notevolmente distesa. Tuttavia se viene distesa troppo le fibre collagene del derma vengono danneggiate, la loro coesione ridotta, creandosi cosi le cosidette “smagliature”. La psoriasi è una patologia della pella a decorso cronico caretterizzata da ispessimento dell’epidermide e dalla comparsa di chiazze arrossate e desquamanti. Le sue cause non sono note anche se oggi si sa molto sulla sua patogenesi; lo stress può aggravare la psoriasi in soggetti che già ne sono affetti attraverso meccanismi neuro immunologici complessi e ancora non completamente compresi. La terapia termale genera effetti positivi locali sulla lesione psoriasica e benefici generali anche di tipo psichico, che sono molto rilevanti nella patogenesi di questa malattia. La dermatite seborroica colpisce principalmente zone come il cuoi capelluto, la faccia, il torace, e il condotto uditivo. In particolare le zone ricche di ghiandole sebacee della pelle hanno una maggiore probabilità di essere colpite. Le sua comparsa e caratterizzata da squame giallastre e untuose, associate a eritema del cuoio capelluto e piccole croste. I fanghi termali hanno un ruolo rilevante nella cura delle affezioni cutanee su base soborroica specie del volto (acne). Il termalismo fa bene alla pelle non solo migliorando diversi aspetti di alcune patologie cutanee, ma anche producendo cosmetici derivati dalle acque termali. La terapia termale per le patologie dermatologiche, utilizza bagni e fanghi con diverse acque, essenzialmente bicarbonate-calciche, sulfuree o salsobromoiodiche. La dermatite atopiche è una sindrome eczematosa cutanea pruriginosa a decorso cronico-recidivante, che si manifesta prevelentamente in persone allergiche e/o con una storia familiare di atopia.Questa patologia multifattoriale (ambiente, alimentazione, clima, ereditarietà, ecc.) è caratterizzata da una variabilità di sintomi e segni e con l’età tende a migliorare: nella pubertà guarisce spontanea-mente in molti casi e si attenua nei rimanenti. La dermatite atopiche risente positivamente di cure specifiche a base di pomate adatte e di cure termali. La balneoterapia effettuata con specifiche acque, prescritto dal medico, provoca modificazioni della sensibilità cutanea con rapida riduzione del prurito ed attivazione dell’attività ghiandolare sudoripara e sebacea, con conseguente ripristino del fisiologico mantello cutaneo idrolipidico. La riduzione dell’eritema è da mettersi i n relazione con una attività vasocostrittrice ed antinfiammatoria; un azione più diretta sulla componente squamosa si evidenzia con uso di fangature topiche per il dimostrato effetto adsorbente e decappante posseduto dai peloidi. Alle acque sulfuree è legato il classico potere cheratoplastico-cheratolitico sul mantello corneo cutaneo.