Dimmelo con un fiore Rose o tulipani, gigli o camelie: regalare una corolla non è un gesto da compiere alla leggera, se non si vuole rischiare di essere fraintesi. Perché dietro ad ogni bouquet si nasconde un significato ben preciso, che è il caso di conoscere. Grazie dei fior, fra tutti gli altri li ho riconosciuti... Son rose rosse e parlano d'amor... Nilla Pizzi, anno di grazia 1958. Allora è proprio vero: i fiori hanno il dono della parola! Ma sì, è un linguaggio tutto loro - e nemmeno tanto segreto, come vuole il titolo di un famoso bestseller - e si chiama florigrafia. Esprimono sentimenti che manifestare apertamente non è sempre facile. Non per tutti, almeno. Non a caso, a farne man bassa per veicolare amore, amicizia, stima o checchessia, è stato in particolare l'Ottocento, secolo d'oro del Romanticismo. «Grazie dei fiori». Una frase detta e ascoltata una miriade di volte. D'altro canto, conoscete forse qualcuno che non gradisca un omaggio floreale? Ma se omaggio deve essere, che sia ad hoc! Un mazzo enorme e variopinto dà colore e allegria, ingentilisce ogni casa, ma è anche ingombrante, per questo non a tutti è gradito. Problema vaso: avete mai pensato che il destinatario potrebbe non averlo a portata di mano ovvero delle giuste dimensioni? Quindi meglio optare per un bouquet piccolo e raffinato, da posizionare in bella mostra dove che sia. Meglio ancora una pianta da appartamento, soprattutto se a riceverla è un uomo. Ottima nel caso di un professionista che si desideri omaggiare, magari per prestazioni ricevute a costo zero. Una pianta verde abbellirà in modo sobrio ed elegante il suo studio. Una dritta: a meno che non si tratti di un bouquet, fate sempre recapitare il vostro omaggio floreale a casa. Il destinatario avrà così modo di trovare con tutta calma il contenitore e l'angolo giusto in cui collocarlo. Se però avete proprio deciso di regalare dei fiori, allora prendete appunti e fate le cose per bene. - Delle rose rosse abbiamo già detto, con la Nilla nazionale: indicano passione, dunque sono da dedicare esclusivamente alla donna amata. Una soltanto o in numero dispari. - Bianche, invece, significano purezza e non a caso sono per eccellenza i fiori delle spose. - Attenzione, invece, al giallo: per antonomasia è il colore dell'infedeltà. Perché rischiare? - Il rosa, in fondo, è buono per ogni occasione. - L'orchidea, dagli antichi ritenuta afrodisiaca, è di gran moda. Questo fiore dai petali carnosi e il profumo che stordisce parla di sensualità. - A far da contraltare il giglio, che il Cristianesimo ha scelto come simbolo della verginità di Maria. Oltre a questo significato, quello della classe e della nobiltà d'animo. Se conoscete la persona giusta, alla prima occasione fatele pervenire un bel mazzo di questa specie. Oltretutto, il profumo intenso la inebrierà. - 1848. Alexandre Dumas figlio dà alle stampe La signora delle camelie. Un successo immediato, più tardi consacrato dalla sua trasposizione musicale firmata Giuseppe Verdi. Un successo per il romanzo ma anche per la camelia, che spopola per anni tra il fior fiore della nobiltà. Uomini e donne, indistintamente, se l'appuntano sul bavero, sul cappello, sulla scollatura. Un fiore dai petali rigidi, corposi, come gli individui validi, di grande levatura, che per l'appunto indica stima e ammirazione. E allora, se del caso, perché non scambiarselo anche in ambito lavorativo, fra colleghi? - Un tal giorno si laurea il vostro migliore amico. Presentatevi all'appuntamento con un ramo di alloro nel bel mezzo di un bouquet variopinto. A parlare d'amore non sono solo le rose, come tutti ben sanno. Il primato, invece, va forse al tulipano. Ben lo sapeva il sultano delle Mille e una notte - sebbene siano stati gli olandesi a selezionarne il maggior numero di varietà, questi delicatissimi bulbacei sono originari degli altipiani turchi, tanto da essere un simbolo tra i più popolari del Paese mediorientale, riprodotto su stoffe, fregi architettonici e porcellane -, che indicava l'odalisca di volta in volta prescelta per trascorrere la notte con lui facendogliene cadere uno rosso ai piedi. - A questo punto, se avete deciso di dichiararvi e non riuscite a trovare le parole, non avete che da fare una scelta: rose o tulipani. In ogni caso, sarà un successo.
IL SAPONE (frate indovino) Detergente nato tremila anni faI primi prodotti per detergere l’epidermide e gli indumenti risalgono all’antichità. Chi era dedito alla pastorizia e viveva a contatto con pecore, suini e bovini da accudire, doveva necessariamente porre rimedio al forte olezzo che emanava. Il ritrovamento di strani contenitori, durante gli scavi archeologici nel terreno dell’antica Babilonia, consentono di datare la scoperta del sapone al 2.800 avanti Cristo. Qui furono rinvenuti alcuni cilindretti di argilla, che racchiudevano il detergente e all’esterno recavano incisa la formula per ottenerlo. Nella Bibbia sono molti i riferimenti all’uso del sapone, ma non sono da collegare propriamente al composto che noi conosciamo e utilizziamo ogni giorno. Si trattava di un prodotto molto vicino alla soda o alla liscivia, ricavato dalle ceneri vegetali raccolte sulle spiagge del Mediterraneo o del Mar Morto.Si legge, infatti, nel Libro di Giobbe, 9.30: Anche se mi lavassi con la neve e pulissi con la soda le mie mani, allora tu mi tufferesti in un pantano e in orrore mi avrebbero le mie vesti. I Romani e i Greci conoscevano come prodotti detergenti la pietra pomice, la creta e la soda, ma fu Plinio il Vecchio ad introdurre, per la prima volta, nella sua Naturalis historia, il termine sapo, desumendolo dal saipo dei Galli,un impasto di sego, ceneri e grasso di capra. Con la diffusione dei commerci e l’incontro con l’Islam, dove la cosmesi era in uso da secoli, la produzione di sapone aumentò. In Spagna, in Italia e in Francia sorsero le prime fabbriche, incrementate poi notevolmente fra Sette e Ottocento. Costosa e ricercata, la saponetta subì un calo di prezzo solo agli inizi del Novecento, grazie all’impiego di elementi sintetici in sostituzione dei grassi animali e dei più pregiati oli vegetali. Con la successiva elaborazione della formula chimica per ottenere il perborato e il silicato, si passò al pratico sapone in polvere, utilizzato anche ai giorni nostri, sia per l’epidermide, con effetto sgrassante, sia per il funzionamento delle macchine di ausilio (lavatrici e lavastoviglie) nel disbrigo delle pratiche ordinarie di pulizia domestica.
Il Talco è molto utile per pulire i vestiti perché assorbe la componente umida ed oleosa delle macchie. Se, ad esempio, si rovescia della birra sulla lana, tamponate dal rovescio con alcool, bagnate la macchia con acqua tiepida e coprite con il talco, quindi spazzolate bene. Un difetto tipico delle borse dell’acqua calda è la comparsa di piccole “crepe” che si formano nella gomma dopo un po’ di tempo. Per limitare l’insorgere di queste fenditure che, a lungo andare, possono degenerare in spaccature, rendendo inutilizzabile la borsa, vi consiglio di cospargerla di talco quando la riponete per lunghi periodi di tempo. Per districare i nodi di una catenina potrete versarci sopra del talco e qualche goccia di olio. Vi consiglio di aiutarvi in questa operazione con la punta di un ago. Ricordate che la cravatta non si lava mai, al più si smacchia. Una cravatta di tessuto sintetico potete liberarla dalle macchie grazie ad un panno imbevuto con alcune gocce di trielina; poi cospargetela di borotalco per assorbirne l’umidità. Una volta asciutta spazzolate molto bene.
Il Dentifricio è utile per diversi scopi, non solo per l’igiene orale, e grazie alla sua consistenza pastosa è pratico da usare. I buchi sulle pareti, ad esempio, si coprono con lo stucco, ma per una soluzione temporanea d’emergenza si può anche utilizzare il dentifricio! Per togliere il catrame dalle scarpe strofinatelo con un pezzetto di cera naturale, oppure con dentifricio bianco, e sciacquate con un batuffolo intriso di acqua. Per far splendere la chitarra, in mancanza di prodotti specifici, spalmate sulle superfici il dentifricio e poi lucidate con pelle di daino una volta che la pasta si è asciugata. Per lucidare la tastiera del pianoforte, invece, versate su uno straccio umido un po’ di pasta dentifricia e passatelo sui tasti bianchi, dopodiché tergete bene con un panno morbido e pulito. Alcuni usano il dentifricio anche per lucidare la piastra del ferro da stiro. Se smarrite il tappo del dentifricio, conservate il tubetto con la parte aperta immersa in un bicchiere d’acqua.
L’Aceto è una sostanza ricca di virtù ed è più volte usato
come rimedio efficace in diverse situazioni. Esso, infatti, ha un potente
effetto sgrassante, è un buon anticalcare ed è “igienizzante”. Può essere
aggiunto al bucato per ravvivare i colori scuri ed è persino ammorbidente. È
ottimo anche per la pulizia dei cristalli e per togliere i cattivi odori
(soprattutto di uovo) dalle stoviglie. Se desiderate preparare in casa un aceto
aromatizzato per condire l’insalata, raccogliete un mazzetto di pimpinella (una
profumatissima erbetta selvatica) e lasciatela appassire al buio per alcuni
giorni. Poi mettetela nell’aceto e lasciatela in infusione per due giorni,
quindi filtrate l’aceto per liberarlo dalle foglioline e conservatelo in
bottigliette ben tappate. L’insalata (anche se acquistata nelle buste del
supermercato) con questo condimento prenderà un gradevole aroma di campagna.