La Città di Castellammare di Stabia è incastonata al centro del Golfo di Napoli.Ai tempi degli antichi romani, il territorio stabbiano era frequentato da ricchi patrizi e da esponenti della cerchia imperiale.L’antica Stabiae, era una delle località prescelte dall’aristocrazia romana per i soggiorni sul golfo di Napoli al seguito degli imperatori che scelsero Capri ed i Campi Flegrei come loro abituali dimore.Vennero così a crearsi spendide ville che furono sepolte con l’eruzione del Vesuvio del 79 D.C. insieme a quelle di Pompei ed Ercolano, che poi, sono state riscoperte e rimesse in sesto per la delizia e la cultura dei popoli.
Essa fu una delle più antiche sedi Vescovili dell’Italia Meridionale, già attiva almeno alla metà del V secolo d.c con ORSO suo Vescovo nell’anno 499.Faceva parte dello Stato Sorrentino, ed abbracciava i territori (in luoghi odierni)le città di: Lettere, Gragnano e il castello di Pino (l’odierna Pimonte),da una parte arrivava fino ad Angri e a Messigno, dall’altra scendendo per i confini del Faito fino a Sorrento abbracciando l’odierna Vico Equense, che a quei tempi era detta Equa ed era ubicata nella spiaggia omonima. La città conobbe in età angioina (sec.XIII) una vera e propria crescita edilizia e demografica con la costruzione, fra le tante, del castrum a difesa del versante sud del golfo napoletano.E’ da questo momento che la città assunse il nominativo di Castrum ad mare:Castellammare. La corte angioina vi istallò una residenza nella Domus de loco sano e, sarà quello il nucleo più antico del Palazzo Reale di Quisisana.Fu nel periodo borbonico che conobbe il periodo più consistente e significativo della sua espansione.La casa reale non solo avviò (1749) le ricerche archeologiche che portarono alla luce i resti dell’Antica Stabiae, ma vi impianto (1783) il più antico e importante cantiere navale del mediterraneo ancora oggi attivo. Il Palazzo reale di Quisisana fu ingrandito ed abbellito, attorno ad esso sorsero Case e ville abitate d’estate dai principi ed esponenti dell’aristocrazia di corte. Dopo l’unità d’Italia, la Regia tenuta passò ai Savoia fino alla proposta del Ministro Depretis che la declassò a Demanio dello Stato il 31 Maggio del 1877. L’anno successivo, con regio decreto, il palazzo fu ceduto al Comune di Castellammare di Stabia. La struttura fu adibita ad albergo e divenne "Hotel Margherita". Dopo un periodo in cui rimase dismesso riaprì nel 1923 con il nome di "Royal Hotel Quisisana" fino alla metà degli anni '60.Con i primi sviluppi industriali furono impiantati numerosi opifici, mentre nel 1850 la città veniva raggiunta dalla prima linea ferroviaria d’Italia, la Napoli-Portici-Castellam mare.Nello stesso periodo veniva aperta la strada che da Castellammare, lungo tutto il litorale arrivava fino a Sorrento, che veniva percorsa a bordo di Carrozzel le e di bus Carrozze.Nel 1827, fu incaricato l’arch. Catello Troiano ad iniziare, di fronte ai Cantieri Navali, la costruzione delle Terme comunali. Negli anni successivi questa fu il luogo di svago preferito da celebrità di mezza Europa che sostavano a Castellammare non solo per il clima sempre mite ma soprattutto perchè in questa città c'erano, e ci sono tutt'ora ben 28 tipi di acque minerali tutte diverse per composizione e virtù curative. Molti artisti frequentavano la città ed i suoi dintorni, fu appunto in un suo soggiorno al Grand Hotel Quisisana , che lo Stabiese Luigi Denza compose nel 1880 la celebre canzone”Funiculì,Funiculà” (Nel 1956 questo stabilimento fu abbattuto lasciando il posto all'attuale edificio), attualmente in fase di ristrutturazione, ha conosciuto estate meravigliose con l’attuazione di molti spettacoli folkloristici, di musiche e concerti. Nel 1900, accanto al Gran Caffe di Napoli, in villa comunale, fu costruita la Cassa Armonica, in stile liberty, la struttura, progettata dall’architetto Eugenio Cosenza fu consegnata alla città il 28 aprile 1900. Essa può essere considerato un vero e proprio strumento musicale, progettata in modo da amplificare e armonizzare i suoni prodotti al suo interno. Questo artistico padiglione in stile Liberty, grazie all’indiscussa eleganza, resa dal disegno di ispirazione ispano-moresco è, senza dubbio, il più raffinato esempio di tale struttura in Europa. Distrutta nel 1909 da una libecciata, fu ricostruita dallo stesso architetto che ne abbassò l'altezza, creando in cima uno sfiatatoio e addolcendo le forme. L’opera fu riconsegnata il 4 agosto del 1911. La fusione degli elementi del nuovo padiglione fu realizzata dalla ditta Catello Coppola. Alla fine degli anni ‘80, a seguito di gravi dissesti statici e a qualche devastazione vandalica, si sono resi necessari dei lavori di restauro affidati nel maggio 1987 alla ditta Ranieri di Pompei che l'ha riportata all’antico splendore. La Cassarmonica, uno dei simboli di Castellammare di Stabia, è fra i pochissimi podi bandistici d’Italia e tra essi il più grandioso e di notevole interesse artistico in stile ispano-moresco. Nel secondo dopoguerra Castellammare conosce una nuova stagione turistica, con la costruzione del Nuovo stabilimento Termale situato sulla via Solaro (alle porte di Scanzano) e con la costruzione dell’ancora funzionante Funivia del Faito, con la quale si transita in otto minuti dal livello del mare ad una altitudine di 1200 metri, dando notevole impulso al turismo naturalistico mare e monti.Oggi è in programma la costruzione di un gran porto turistico, per l’accesso alla città di tutti i turisti amanti del diporto. Il Patrono della città è SAN CATELLO (i cui festeggiamenti si celebrano il 19 gennaio e la seconda domenica di maggio).Vescovo della città intorno al 576 e dopo varie vicissitudini si ritirò sul Monte Faito, portando seco la statua di San Michele ed il piombo per coprire la chiesa.Morì nel 600 d.c. come eremita.Egli fu innalzato agli onori degli altari con la funzione dell’Elevatio.(si esponeva il corpo in un luogo elevato per esporlo al pubblico culto, poi venivano staccate delle reliquie ed il corpo veniva riposto nel sepolcro.) San Catello è quindi Santo regolarmente eletto dalle consuetudini religiose del tempo. |