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FELICE ANNO NUOVO

04 dicembre : Festa di Santa Barbara (Patrona dei Marinai)
                      Nella Cattedrale di Castellammare di Stabia presenti il Comandante della Capitaneria di C.mmare Cap.di Corvetta Giussone Guglielmo con Signora, Autorità Civili e Militari si è celebrata la messa seguita da rinfresco nei locali della Capitaneria.

21 Novembre :      Festa della Virgo Fidelis.                              Battaglia di Culquaber.

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La battaglia di Culqualber è stata combattuta in Abissinia (l'attuale Etiopia) dal 6 agosto al 21 novembre 1941 fra italiani e britannici. In quella battaglia il 1º Gruppo Mobilitato dei Carabinieri e il CCXL Battaglione Camicie Nere si immolarono quasi al completo con tale valore che ai pochi sopravvissuti gli avversari tributarono l'onore delle armi. Oltre a numerose menzioni e decorazioni individuali, per il comportamento tenuto dall'intero reparto alla bandiera dell'Arma dei Carabinieri è stata concessa una medaglia d'oro al valor militare. Nel 1949, la ricorrenza della Patrona dell'Arma dei Carabinieri, Virgo Fidelis, è stata fissata dal papa Pio XII per il 21 novembre, giorno in cui cade la Presentazione della Beata Vergine Maria e la ricorrenza della battaglia di Culqualber.

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NASSIRYA :12 novembre 2003
Sono le 10:40 ora locale (UTC +03:00), le 08:40 in Italia, un camion cisterna pieno di esplosivo scoppiò davanti la base MSU (Multinational Specialized Unit) italiana dei Carabinieri, provocando l'esplosione del deposito munizioni della base e la morte di diverse persone tra Carabinieri, militari e civili. Nell'esplosione rimase coinvolta anche la troupe del regista Stefano Rolla che si trovava sul luogo per girare uno sceneggiato sulla ricostruzione a Nassirya da parte dei soldati italiani, nonché i militari dell'esercito italiano di scorta alla troupe che si erano fermati lì per una sosta logistica.
L'attentato provoca 28 morti, 19 italiani e 9 iracheni. Gli italiani sono:

i carabinieri: Massimiliano Bruno, maresciallo aiutante, Medaglia d'Oro di Benemerito della cultura e dell'arte;Giovanni Cavallaro, sottotenente; Giuseppe Coletta, brigadiere;Andrea Filippa, appuntato;Enzo Fregosi, maresciallo luogotenente;Daniele Ghione, maresciallo capo;Horacio Majorana, appuntato;Ivan Ghitti, brigadiere;Domenico Intravaia, vice brigadiere:Filippo Merlino, sottotenente; Alfio Ragazzi, maresciallo aiutante, Medaglia d'Oro di Benemerito della cultura e dell'arte; Alfonso Trincone, Maresciallo aiutante
i militari dell'esercito: Massimo Ficuciello, capitano;Silvio Olla, maresciallo capo;Alessandro Carrisi, primo caporal maggiore;Emanuele Ferraro, caporal maggiore capo scelto;Pietro Petrucci, caporal maggiore
i civili: Marco Beci, cooperatore internazionale;Stefano Rolla, regista
Nell'azione rimasero ferite altre persone:
i carabinieri : tenente Riccardo Ponzone, maresciallo A.s.UPS Vittorio De Rasis, maresciallo Ca. Maurizio Lucchesi, maresciallo O. Antonio Lombardo, maresciallo Marilena Iacobini, maresciallo Riccardo Saccottelli, brigadiere Maurizio Bissoli, brigadiere Cosimo Visconti, vicebrigadiere Paolo Di Giovanni, vicebrigadiere Fabio Fedeli, vicebrigadiere Roberto Gigli, vicebrigadiere Pietro Livieri, appuntato scelto Antonio Altavilla, appuntato scelto Marco Pinna, appuntato scelto Roberto Ramazzotti, appuntato Ivan Buia, appuntato Agostino Buono, carabiniere scelto Mario Alberto Calderone, carabiniere scelto Matteo Stefanelli - i civili : Aureliano Amadei, aiuto regista di Stefano Rolla.

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       04 novembre : Festa delle Forze Armate.

02 novembre​ : Anniversario dei defunti.

MILITE IGNOTO : Il cerimoniale, proposto nell'agosto del 1920 dal colonnello Giulio Douhet che voleva onorare con una grande manifestazione gli oltre 650mila caduti durante la Grande Guerra, ebbe come momento centrale la scelta della bara, avvenuta il 28 ottobre 1921 all'interno della Basilica di Aquileia. Protagonista fu Maria Bergamas, una donna triestina eletta quale simbolo di tutte le madri che avevano perso un figlio durante la Grande Guerra. Nel suo caso, lei non aveva più rivisto Antonio, il volontario irredento che scappò da Gradisca d'Isonzo (in territorio austro-ungarico fino al 1918) e che morì sull'Altopiano di Asiago durante la Strafexpedition. 
Sorretta da quattro militari decorati con la medaglia d'oro, Maria teneva in mano un fiore bianco che avrebbe dovuto gettare su una delle 11 bare contenenti i resti di altrettanti corpi, rinvenuti in 11 luoghi simbolici della guerra italiana (Rovereto, Altopiano di Asiago,  Monte Grappa,Dolomiti, Montello, Basso Piave, Cadore, Basso Isonzo, San Michele e il tratto da Castagnevizza al Mare Adriatico).Contravvenendo al cerimoniale, davanti alla seconda bara prese il suo velo nero e lo appoggiò sopra, decretando così la sua scelta.
 La salma fu deposta in una seconda cassa di zinco e poi in una terza bara di quercia, fu ricoperta dalla bandiera nazionale e su di essa furono deposti un elmetto e un fucile.
Alle 8 del mattino del 29 ottobre 1921 partì dalla stazione ferroviaria di Aquileia un treno che entrò nella storia d'Italia. Si trattava del convoglio che, in cinque giorni, portò la salma del Milite Ignoto a Roma per essere tumulata all'interno del Vittoriano il 4 novembre.
Un viaggio emozionante attraverso 5 regioni e 120 stazioni dove centinaia di migliaia di persone lungo i binari resero omaggio a questo corpo senza nome, simbolo del sacrificio per amore della Patria. Un viaggio accolto con entusiasmo e partecipazione, per cementare il senso dell'unità nazionale sotto il segno del lutto collettivo
Il feretro così venne collocato "sull'affusto di un cannone, trainato da cavalli addobbati a lutto, e, seguita da un corteo di reduci e cittadini, posta in un vagone ferroviario"
 Contemporaneamente le altre dieci bare furono tumulate all'interno del Cimitero degli Eroi di Aquileia, dietro la Basilica. Nel 1952 mori  Maria Bergamas, e fu sepolta, come da suo desiderio, vicino alle 10 salme deposte nel cimitero di Aquileia perché “quei ragazzi sono tutti figli miei”.
Tutti si identificarono in quella bara di quercia. Il dolore per la perdita dei propri cari si trasformò in orgoglio e in sentimento patriottico, un modo per cancellare il dolore di tante perdite e tragedie patite da tutta la popolazione durante la Grande Guerra. 

12 ottobre 2016 - Oggi si sono svolti i funerali di Vittorio Iovine che è ritornato dal PADRE.
Una persona semplice e gentile, iscritto all'ANMI di Castellammare di Stabia è sempre stato vicino all'Associazione. Buon viaggio Vittorio e vento in poppa.

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23 settembre : Anniversario della morte del V.B. Salvo D'Aquisto.

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L U G L I O :

Il 18 luglio il Generale Gaetano Angelo Antonio Maruccia- Gen.di Div. è il nuovo Capo di Stato Maggiore dell'Arma. Tanti auguri e buon lavoro.
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Morte di ANTONIO DIMITRI

 Nato a Castellammare di Stabia il  07 aprile 1967. Figlio d’arte, il padre Fiorenzo “Appuntato dei Carabinieri ha prestato servizio alla Compagnia Carabinieri di Castellammare di Stabia.” A lungo in servizio a Roma, era stato trasferito da alcune settimane a Francavilla Fontana per potenziare il servizio antirapina di quei luoghi, l'Operazione Primavera. Erano circa le tre del pomeriggio di un triste venerdì, quando il Maresciallo Dimitri ed un suo collega, intervennero per bloccare dei rapinatori che avevano assaltato la Banca Commerciale Italiana, all’angolo di viale Lilla e via San Francesco a Francavilla Fontana. I malviventi armati di taglierino, dopo essersi impossessati di circa venti milioni di lire, stavano tentando la fuga con due ostaggi. In quel momento davanti alla banca giunse l’auto con a bordo i due carabinieri di servizio in borghese. Dimitri non esitò un attimo ad intervenire, ma alle sue spalle sbucarono altri complici armati con fucili a pompa e pistole,  che non esitarono a fare fuoco. Sette colpi ferirono a morte Dimitri, colpito alla nuca e alla schiena. Fu inutile ogni tentativo di soccorso per il militare. 
Era il 14 luglio 2000 aveva 33 anni.

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Perdonatemi cari Amici, vi ho dovuto abbandonare per un pò, motivi di salute e un pò, perchè mi sentivo demotivato verso un qualcosa che non era più quella di una volta. Quella che piaceva a me, quella Famiglia di cui tutti parlano, che si riempiono la bocca, per far uscire solo grandi paroloni. Il protagonismo : così l'ha definito un..........Ma non pensiamoci su. Purtroppo chi è nato quadro non può morire tondo.
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Molti avvenimenti si sono avuti in questi mesi:  https://youtu.be/AcI2IdHhEHE (Inno d'Italia)
La Pasqua, la primavera, la festa delle donne
(La giornata internazionale della donna, che si festeggia ogni anno l'8 marzo, è stata istituita per ricordare da un lato le conquiste politiche, sociali ed economiche delle donne, dall'altro le discriminazioni e le violenze da loro subito nella storia.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale si è fatto per molto tempo risalire la scelta dell'8 marzo ad una tragedia accaduta nel 1908, che avrebbe avuto come protagoniste le operaie dell'industria tessile Cotton di New York, rimaste uccise da un incendio. In realtà questo fatto non è mai accaduto, e probabilmente è stato confuso con l'incendio di un altra fabbrica tessile della città, avvenuto nel 1911, dove morirono 146 pesone, tra le quali molte donne.

I fatti che hanno realmente portato all'istituzione di questa festa sono di diverso tipo, più legati alla rivendicazione dei diritti delle donne, tra i quali il diritto di voto.)
manifestazioni locali (Festa del Patrono) e Nazionali, ci siamo dimenticati dei martiri del 25 aprile (Ricorda, o cittadino, questa data e spiegala ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli. Racconta loro come un popolo in rivolta si liberasse un giorno dall’oppressore e narra loro le mille e mille geste di quei prodi che sui monti, nei borghi e in ogni luogo sbarrarono il passo all’invasore.
Non ti scordar dei morti, ne’ di raccontare cos’e’ stato il fascismo, il nazismo e la guerra.
Ricorda le rovine, le stragi, la fame e la miseria (“I quattro cavalieri dell’Apocalisse” ndr)
lo scroscio delle bombe e il pianto delle madri. Ricordati di Buchenwald, delle camere a gas, dei forni crematori e, tutto questo spiega ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli; non perche’ l’odio e la vendetta duri ma perche sappiano quale immenso bene sia la liberta.
Che imparino ad amarla, a conservarla intatta e a difendarla sempre. )
     
della Festa della Repubblica e sopratutto ci siamo dimenticati della Festa dell'ARMA. Noi Tutti, Carabinieri, Familiari e Simpatizzanti che del 5 giugno facciamo la nostra Festa,  
( https://youtu.be/smuSG0HxLis): quest'anno il sottoscritto l'ha dimenticata e, nessuno dico nessuno, ha ricordato a chicchessia questa mirabile giornata. Non ci siamo stretti come gli altri anni con la territoriale per festeggiare insieme questa giornata. Stà diventando anch'essa un obbligo istituzionale, un mettersi in mostra e molti si dimenticano che con quella festa si celebra la prima medaglia d'oro alla bandiera per aver partecipato con onore e gloria alla 1° guerra di indipendenza.
https://youtu.be/1xCcmdKR3z0 (La Fedelissima).
A giugno si celebra la Festa del Marinaio. (https://youtu.be/iQ9uYbk7Sr8)
​Nel piazzale antistante la Capitaneria di porto di C.mmare di Stabia si è celebrata il giorno
06 giugno 2016 la Festa della Marina.   https://youtu.be/y2Dn5SbpkCc

F E B B R A I O

Frevaro piétto forte (Gianni Polverino)
Frevaro cu ‘a Cannelòra//da lu viérno stammo fora,//ma se cchiòve e tira viénto//n’atu mese ce vô ‘e tiémpo. //Chistu mese è curto e amaro//pecché ‘a vita è cchiù ccara, //fa ‘e Frevaro piétto forte//chi vô vèncere ‘a mala sciòrta. A lu juorno ‘e San Valentino //‘a primmavera è cchiù vicino, //tutte a ffèsta ‘e nnammurate //cu ‘e supprese appriparate.Po s'arriva a Ccarnevale//ogni scherzo sempe vale, //chist’ è ‘o mese ‘ell’allerìa,
//màscare e carre miez’ â via.
'Sta festa è 'na vera cuccagna //quanno â casa se magna ‘a Lasagna,//Rre Borbone ce teneva ‘a passione//cu ttutte ‘e Monzù a disposizione.
E ‘sti mmamme a ’e fuculare //fanno ’e ggraffe càure càure,//fanno ‘e ttorte, chelli ‘e Migliaccio,//i’ voglio ‘e cchiàcchiere cu ‘o sanguinaccio!
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26 febbraio 1971:Moriva il grande Fernandel. Don Camillo l’amico inseparabile di Don Peppone (Gino Cervi) Due grandi che ancora oggi con i loro film ci rallegrano gli animi e ci commuo
25 febbraio 1873:
 Nasceva a Napoli Enrico Caruso e vi morì il 2 agosto 1921. Grande tenore passato alla storia anche perchè fu il primo ad incidere un disco.
24 febbraio 1990: 26 anni fa Sandro Pertini, il Presidente più amato dagli Italiani ci lasciava! Nessuno tra quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerlo ed apprezzarlo, può dimenticare l'uomo che rappresentò l'Italia in anni difficili, chi non lo ha conosciuto, di sicuro ne apprezzerà l'esempio che rimarrà indelebile nella storia d'Italia ed in quella del Socialismo.
15 febbraio: Nel 1898 nasceva a Napoli Antonio DE CURTIS in arte TOTO'.(morì a Roma il 15 aprile 1967)
12-15 febbraio : Dopo Cento anni le spoglie di San PIO (Padre Pio da Pietrelcina) faranno ritorno al luogo natio. Ci saranno manifestazioni diurne e notturne.
10 febbraio è il giorno del Ricordo delle Foibe,migliaia di persone torturate e uccise dai partigiani di Tito colpevoli solo di essere Italiani!60 anni di vergognoso silenzio! Vogliamo ricordare i 12 Carabiniere fericemente trucidati, nell'eccidio di Malga Bala.
9 febbraio :CARNEVALE con i suoi tradizionali mascheramenti, le feste ed i carri allegorici.)
Per la gioia di grandi e di piccini arrivan allegre le mascherine c'è Arlecchino c'è Brighella
Colombina e la Maghella Pulcinella Balanzone ogni maschera d'ogni regione.
Tutti insieme per la via sorridiamo in compagnia ecco viene il Carnevale sappiam bene
che ogni scherzo vale.
PULCINELLA
Pulcinella è la maschera di Napoli, forse la più celebre e la più antica. Il personaggio pare abbia origine nell’antica Roma e si ispira a due figure delle atellane (rappresentazioni teatrali diffuse a Roma intorno al 550 a.C.). I due erano Maccus e Bucco; l’uno vivace e spiritoso, l’altro ruffiano e fanfarone. In Pulcinella convivono entrambe le personalità. Il nome del nostro amico potrebbe derivare dal latino “pullus” “gallinaceus”, così venivano chiamati i suoi predecessori romani per la loro attitudine a parlare con voce stridula a imitazione degli uccelli.
Nonostante le sue antiche origini, la fama di Pulcinella venne offuscata per lungo tempo fino a risorgere nel ’500 con la Commedia dell’Arte. Come le molte altre maschere nostre amiche, anche Pulcinella è sempre affamato e per procurarsi gli amati maccheroni è disposto a tutto: mentire, rubare, imbrogliare e prendere bastonate. I ruoli attribuiti a Pulcinella sono molti, da servo a padrone, da capitano a magistrato, da vecchio a falegname. È di poche parole ma incisive, i suoi movimenti sono lenti anche se gesticola parecchio.
Il suo ideale di vita è “il dolce far niente”. Indossa un’abbondante camicia bianca e pantaloni larghi, anche questi bianchi. Un cinturone nero in vita evidenzia la pancia prominente e in testa indossa un cappello sempre bianco. Sul viso porta una maschera nera con rughe e naso aquilino. Nonostante la tipicità italiana di questa maschera, Pulcinella ebbe un successo internazionale e assorbì i caratteri dei vari luoghi visitati dove gli attribuirono anche nomi locali.

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​G E N N A I O     2 0 1 6

​Gennaio arape 'e pporte//Cu spare, fuoche e bbotte//Gennaio arape ‘e pporte,// arape ‘e pporte ô nuov’ anno//cu ‘a salute e ccu ‘e malanne,// arape ‘e pporte a ttanta gente//a cchi è bbuono o malamente,// arape ‘e pporte â bbefana// ‘sta vecchiarella cu ‘a scopa ‘mmano// ca fa cuntente ‘e piccerille// cu ‘e ccazette e ’e rialille,// arape ’e pporte a Sant’ Antuóno// cu ‘e cippe e ccu ’e frastuone,//e ccu ggennaio inìzzia ll’anno,//tante aùrie a ttutte quante!
Gianni Polverino.
                                            Per l’anno nuovo non auguriamoci un dono qualsiasi.
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-Auguriamoci soltanto quello che i più non hanno.
-Auguriamoci tempo per il nostro fare e per il nostro pensare, non solo per noi stessi ma per donarlo agli altri.
-Auguriamoci tempo, non per affrettarci a correre ancora di più, ma tempo per la nostra felicità, che è la capacità di                                 cogliere e respirare le piccole cose: dobbiamo stare ben attenti, perché la felicità è fatta di niente e noi                               possiamo facilmente perdere ciò che fa contento un uomo.
-Auguriamoci tempo non soltanto per trascorrerlo, ma per interiorizzarlo, per respirarlo, per viverlo, per  stupirci e per                            fidarci.
-Auguriamoci tempo per toccare le stelle nel cielo e tempo per crescere e per maturare.
-Auguriamoci tempo per sperare nuovamente e per amare.
-Auguriamoci tempo per noi stessi, per vivere il nostro giorno.
-Auguriamoci tempo anche per perdonare.
-Auguriamoci di avere tempo: tempo per la Vita.



1 Gennaio
  : Giornata della Pace.
2 Gennaio  : Nasceva 121 anni fà a Castellammare di Stabia, era il 1895, "Manfredi Talamo ".                     Medaglia d'oro al valore militare, trucidato alle Fosse Ardeatine.
06 Gennaio : Festa della Befana
07 Gennaio  : Festa della Bandiera (tricolore).
​09 Gennaio : Compleanno dell'Ispettore Regionale Gen. C.A. Domenico CAGNAZZO.

​19 Gennaio - Festa del Santo Patrono di C.mmare di Stabia : San CATELLO.​https://youtu.be/-yecq1i8syc--​https://youtu.be/UYCWST7baTg-https://youtu.be/JwE_uRSKP80
29-30-31 gennaio : Sono in arrivo i giorni della merla(una merla, con uno splendido candido piumaggio, era regolarmente strapazzata da gennaio, mese freddo e ombroso, che si divertiva ad aspettare che lei uscisse dal nido in cerca di cibo, per gettare sulla terra freddo e gelo. Stanca delle continue persecuzioni, la merla un anno decise di fare provviste sufficienti per un mese, e si rinchiuse nella sua tana, al riparo, per tutto il mese di gennaio, che allora aveva solo ventotto giorni. L'ultimo giorno del mese, la merla, pensando di aver ingannato il cattivo gennaio, uscì dal nascondiglio e si mise a cantare per sbeffeggiarlo. Gennaio se ne risentì così tanto che chiese in prestito tre giorni a febbraio e si scatenò con bufere di neve, vento, gelo, pioggia. La merla si rifugiò alla chetichella in un camino e lì restò al riparo per tre giorni. Quando la merla uscì, era sì salva, ma il suo bel piumaggio si era annerito a causa del fumo, e così essa rimase per sempre con le piume nere.
Come in tutte le leggende, esiste un fondo di verità: infatti nel calendario romano il mese di gennaio aveva solo ventinove giorni.
Sempre secondo la leggenda, se i giorni della merla sono freddi, la primavera sarà bella; se sono caldi, la primavera arriverà in ritardo.


​ABBANDONO  (Ida Bitorsoli)
Sull’autostrada lunga e rovente un cane abbandonato cammina lentamente.
Ha negli occhi una casa lontana con due ciotole piene ed il calore di una mano.
E’ disperato e stanco, un auto veloce lo prende di fianco, le ferite sanguinano non ce la fa più. Sul muretto piatto c’è Monello, il gatto che gli dice piano: "Abbiamo amato invano un uomo disumano. Siamo in tanti in questa brutta avventura. Fatti coraggio non aver paura". Ma Ringo oramai esangue, porgendogli la zampa, il capo china già. Monello, impietrito, lo veglia con amore chiedendosi con dolore “se anche l’uomo ha un cuore”.

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